Le vestigia romane, le chiese bizantine, i palazzi neoclassici: la Salonicco del passato affiora di tanto in tanto nella selva confusa di palazzoni moderni. E ci racconta di una città che è stata un esempio di convivenza multietnica.
Una grande porta bianca, luminosa, la porta della tomba di Filippo il Macedone, che conduce all'altra vita del re. Un profondo e malinconico senso di rimpianto, ma anche la speranza di continuare per sempre nella memoria degli uomini.
Abbiamo deviato. La Pizia ci chiamava a Delfi. Siamo arrivati all'ombelico del mondo.
Siamo tornati dal monte Athos. Da stanotte potremo sognare dei monaci.
Davvero, consiglio un viaggio a Salonicco. E' una città che merita. E questi ori macedoni sono stupefacenti.
"Oh capitano, mio capitano..." Walt Withman
Il sole tramonta dietro Chios i delfini giocano davanti alla prua dell'Orsa Maggiore.
Nel monastero di Patmos ci aspetta una copia del VI secolo del vangelo di Marco. Un grazie al comandante Antonio Falcomer e a tutto l'equipaggio dell'Orsa Maggiore: Paolo Marcaccini Carmine Vetrugno Giovanni Rochira Natale Currò Luca Zanetti Debora Agosta Massimiliano Seffer Antonio Iannì Oscar Sabatini Alfonso Cerchio Vincenzo Soprano Antonio Nardone Francesco Zappatore
Patmos benvenuti nell'Apocalisse.
Il tempo viene scandito dai turni dell'equipaggio e lo spazio su cui ci muoviamo dalla posizione delle vele.
L'ombelico del mondo. Crisoelefante. Dall'uno all'altro in un dì.
Abbiamo lasciato la skiti montanara. Siamo passati bruscamente all'ascetica Simon Petra. Siamo precipitati davianti una baia azzurra dove Epifanio produce vini prelibati. Il tutto nello spazio di pochi chilometri. Queste escursioni psicologico-geografiche ci lasciano piuttosto scossi.