Paesaggi con figure - 02/07/12
Il quarto episodio inizia a Genova, nel quartiere di Cornigliano. In una vecchia palestra di boxe nel quartiere un tempo impero industriale dell’Italsider e oggi grande area in fase di sventramento, si allenano giovani ragazzi cresciuti nel quartiere operaio, figli di italiani e di nuovi migranti nord africani. Un’occasione forse, la boxe, di riscatto sociale, ma sicuramente un modo per “strappare” giovani generazioni dalla strada.
Dal quartiere Oregina fanno eco le parole di vecchi militanti della sinistra operaia di Genova: alcuni portuali in pensione parlano dell’etica e della dignità del lavoro, dei diritti e dei doveri, dell’Italia di un tempo in cui “era bello svegliarsi la mattina” e dell’Italia di oggi senza morale, senza equità, senza modelli. Il viaggio continua in provincia di Torino, a Borgata Ferria: un piccolo paesino di 21 anime che ospita una nuova comunità di migranti provenienti dall’Africa e dalla Libia dopo lo scoppio della guerra. Un gruppo di uomini e donne senza documenti, 32 esseri umani africani in una comunità montana di 21 abitanti, in attesa di un futuro.
Poi il paesaggio della pianura padana, da ovest verso est: quello che resta di un paesaggio fragile, ferito da villettopoli e da centri commerciali che si ripetono all’infinito nell’orizzonte piatto della terra più ricca d’Italia. Fabbriche in attività e fabbriche chiuse, enormi parallelepipedi di cemento, i “non-luoghi”, contenitori di masse di consumatori che scelgono gli shopping mall per trascorrere il week end. In questo panorama padano la festa della Lega a Treviglio in provincia di Bergamo: la testimonianza di un’Italia scontenta, di un’Italia “contro” a cui fa eco un’altra Lega, la Lega di cultura di Piadena, in provincia di Cremona. Qui il racconto di due sopravvissuti di una cultura che crede ancora nella memoria, nella lotta di classe, nella politica equa, nei diritti dei lavoratori e nella giustizia sociale. Un mondo ormai scomparso, una memoria cancellata della civiltà contadina in cui la terra era ricchezza mentre oggi è oggetto di rapina, profitto e inquinamento. Il paesaggio padano è luogo di lavoro e produttività ma anche di immaginario. Durante la notte, nelle nebbie della bassa reggiana, si muove un paesaggio umano animato da anime inquiete che vivono nel mito dell’american dream, che suonano blues sulle rive del Po sognando il Mississippi. A pochi km di distanza, a Parma, riecheggiano le proteste composte di una città-vetrina in cui il sogno si è interrotto. Qui gli indignados fanno sentire la loro voce, discreta ma decisa, a favore della legalità e della giustizia. Anche grazie alle loro manifestazioni, arrivano le dimissioni del sindaco della città. E poi ancora in viaggio nella provincia emiliana: il castello di Fontanellato custodisce un prezioso gioiello, la stanza affrescata dal Parmigianino che riproduce il mito di Diana e Atteone.
Proseguendo ancora verso est lungo il Brenta e lungo i corsi d’acqua che portano da Padova a Venezia, seguendo gli itinerari delle ville venete, autentici gioielli della storia e dell’arte italiana, ecco Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD), recentemente restaurata dal FAI e “donata” agli italiani.
Il viaggio prosegue per Casarsa della Delizia per visitare la tomba di Pasolini, che durante il viaggio ha rappresentato un filo della memoria, un riferimento costante sul tema del paesaggio e dell’arte. E infine lo splendore delle Dolomiti e di Canal Grande a Venezia per suggellare definitivamente l’idea che in Italia il paesaggio è una risorsa preziosa, una risorsa che ritroviamo in ogni momento della nostra quotidianità, in ogni luogo e sempre davanti ai nostri occhi. Una risorsa preziosa che dobbiamo ricominciare ad apprezzare ed amare.