Der Rosenkavalier
Cultura
Rosaria Bronzetti ci porta dietro le quinte del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino per Der Rosenkavalier di Richard Strauss, uno dei capolavori della cultura musicale mitteleuropea.
L’allestimento teatrale è affidato al regista Eike Gramss. Sul podio Zubin Mehta, a dirigere un cast internazionale (La Marescialla Angela Denoke, Il Barone Ochs Kristinn Sigmundsson, Octavian Caitlin Hulcup, Faninal Eike Wilm Schulte, Sophie Sylvia Schwartz e Celso Albelo nella parte del tenore italiano.
Protagonisti e vati in questo allestimento sono il sogno, la melanconia, l’atmosfera fantastica, o ‘fantasmagorica’ -come ama definirla Eike Gramss-, di una Vienna che dall’epoca di Maria Teresa d’Austria guida gli spettatori ai primi del Novecento, quasi a presagire il primo conflitto mondiale, di valzer in valzer: un ballo, un simbolo dell’Austria felix, che viene rielaborato da Richard Strauss, ora con ironia, ora per trasmettere con toni struggenti il ricordo e la decadenza dell’Impero Asburgico. La psicologia dei personaggi emerge in maniera delicata e sofisticata, e ad ogni protagonista è affidato il compito di rappresentare una situazione, il cambiamento ed il tempo, il mutarsi delle cose, gli eventi che si susseguono.
acconta Mehta alle telecamere di “Prima della Prima”: “Con il ‘Rosenkavalier’ Strauss e Hofmannsthal hanno fatto rivivere, agli albori del Novecento, la Vienna di due secoli prima, quella dei primi anni del regno di Maria Teresa. Nella partitura non ci sono arie, tuttavia si sente l’influenza di Mozart, del Verdi di ‘Falstaff’ e di alcuni motivi popolari italiani come la tarantella, ma tutto converge nel ricreare quello spirito viennese di cui il personaggio della Marescialla è l’emblema: il suo senso del tempo, che scorre inesorabile, è il simbolo di un’epoca meravigliosa ma destinata a finire per sempre.”